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Messaggio  Admin Mar Gen 12, 2010 4:23 pm

I Gruppi di Acquisto Solidali (GAS)
Le scelte di consumo critico dei singoli, se organizzate, possono portare
lontano e costituire un forte elemento di trasformazione dell’economia.
In questo capitolo vorrei raccontare come sono nate e stanno evolvendo le
esperienze italiane dei Gruppi di Acquisto Solidale e dei Distretti di Economia
Solidale che sono, come vedremo, strettamente legate tra loro.
Cosa sono i GAS
I Gruppi di Acquisto Solidali, o GAS, sono gruppi di persone che acquistano
insieme, seguendo il principio della solidarietà, che li porta a preferire
produttori piccoli e locali, rispettosi dell’ambiente e delle persone, con cui
entrare in relazione diretta. Il concetto che sta alla base dei GAS è quello
di “filiera corta”, cioè l’avvicinamento fra produttore e consumatore finale,
sia in termini geografici, privilegiando le aziende più vicine, sia in termini
“funzionali”, tagliando gli intermediari quali i grossisti e i negozianti.
Nel caso dei GAS la filiera è la più corta possibile, infatti i consumatori si
rivolgono direttamente ai produttori. I criteri con cui gli aderenti ai GAS
selezionano prodotti e produttori sono quelli classici del consumo critico,
senza però mai perdere di vista la qualità del prodotto. L’obiettivo dei membri
dei GAS non è quello di risparmiare, ma quello di acquistare prodotti rispettosi
dell’ambiente e delle persone: il fatto di farlo in gruppo e rivolgendosi
direttamente ai produttori, porta anche ad una sostanziale riduzione del
prezzo rispetto ad un prodotto delle medesime caratteristiche acquistato in
negozio.
I vantaggi di questa modalità di acquisto sono numerosi e su diversi livelli:
dal punto di vista ambientale la preferenza verso prodotti locali riduce il
consumo di energia e l’inquinamento dovuti al trasporto, la scelta di prodotti
biologici aiuta a conservare il terreno, inoltre il tipo di confezioni e di
distribuzione diminuiscono di molto gli imballaggi e gli scarti. Dal punto di
vista sociale questo modo di acquistare pone attenzione al lavoro evitando
lo sfruttamento, migliorando le condizioni del produttore grazie al maggior
prezzo che gli viene riconosciuto e favorendo le relazioni tra i diversi soggetti.
Dal punto di vista personale consente di ottenere prodotti ottimi, di accrescere
le relazioni all’interno del gruppo, di avere una maggior conoscenza di ciò
che viene acquistato ed infine di risparmiare a parità di qualità. Si viene a
stabilire così un patto tra produttori e consumatori, ricercando condizioni
di vendita che siano vantaggiose per entrambi.
Anche se i criteri guida nella ricerca dei produttori sono gli stessi, riassumibili
con i termini piccolo, locale e solidale, i gas si organizzano in modalità molto
diverse tra loro. Esistono gas composti da poche famiglie e altri che superanoil centinaio; la maggioranza dei GAS non ha una struttura formale riconosciuta,
ma molti sono anche quelli costituiti in associazione. Aldilà delle differenze,
i GAS si riconoscono per il loro modo di operare: dopo aver scelto insieme
da quali produttori rifornirsi, periodicamente il gruppo raccoglie al suo interno
le richieste per i prodotti disponibili. Queste richieste vengono sommate per
formare l’ordine complessivo del gruppo, che viene trasmesso al produttore
e quindi consegnato in un luogo definito; il giorno della consegna i componenti
del gruppo passano a ritirare la loro parte. Lo stesso procedimento viene
seguito periodicamente per i diversi prodotti di cui il gruppo ha deciso di
fornirsi, con una frequenza che può variare da settimanale a stagionale a
seconda del prodotto.
La legge finanziaria del 2008, approvata nel dicembre 2007, riferendosi ai
GAS costituiti in associazione ha chiarito che l’attività di acquisto e distribuzione
ai soci secondo finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità
ambientale, in assenza di ricarico è da considerare “non commerciale” e
quindi non soggetta alla contabilità IVA da parte della associazione. L’IVA
viene pagata dai soci in quanto consumatori finali.
La nascita
La nascita dei GAS segue quella dei suoi fratelli maggiori nella famiglia
dell’economia solidale: infatti in Italia le esperienze di costruzione di un’altra
economia iniziano negli anni ‘80 con il commercio equo e solidale, la finanza
etica ed il turismo responsabile. Gli anni ‘90 vedono invece la nascita delle
esperienze legate al consumo: in particolare il consumo critico, i bilanci di
giustizia ed appunto i GAS.
Il primo GAS nasce a Fidenza nel 1994, coniugando la critica ad un modello
di sviluppo ingiusto e insostenibile alle esigenze concrete del quotidiano,
ovvero la necessità di poter mangiare cibi sani e gustosi, portatori di significati
e di relazioni. Da queste riflessioni nasce l’esperienza del primo GAS, come
risposta concreta ai propri bisogni e allo stesso tempo ricerca di alternative
rispetto al sistema di distribuzione e consumo. L’esperienza inizia a diffondersi
con il passaparola, altri gruppi nascono sull’esempio del primo, nel 1997
nasce la rete di collegamento tra i GAS che porterà attraverso i primi incontri
a descrivere nell’anno 1999 le caratteristiche di questa esperienza nel
“Documento base” dei GAS.
Lo sviluppo
Dopo questi primi anni un po’ pionieristici i GAS hanno continuato a
moltiplicarsi attraverso il passaparola e la gemmazione di nuovi gruppi a
partire da GAS già esistenti. Oggi i GAS censiti sono 450, ma si stima che i
gruppi effettivi siano almeno il doppio. Considerando un numero medio di
25 famiglie a gruppo, abbiamo una stima di 22mila famiglie coinvolte per
un totale di 90mila consumatori che in Italia utilizzano i prodotti dei GAS.
I GAS sono presenti in tutte le regioni italiane e quasi in tutte le provincie,
anche se sono maggiormente diffusi al centro-nord. Sul sito www.retegas.org
si possono trovare, oltre alle notizie ed ai documenti, l’archivio dei GAS
censiti e quello dei produttori che si segnalano ai gruppi.
La rete dei GAS favorisce la diffusione, lo scambio di informazioni e l‘aiuto
reciproco. Un’occasione di incontro e confronto per valutare l’evoluzione del
fenomeno e le sue prospettive è il convegno nazionale, che si tiene solitamente
in primavera. Ripercorrendo la storia dei convegni è così possibile vedere
quali sono state le questioni considerate via via importanti per lo sviluppo
dei GAS. In particolare, il convegno di Marzabotto (BO) del 2002 sul tema
del progetto locale ha in qualche modo anticipato gli elementi su cui i GAS
si sono concentrati negli anni successivi: in primo luogo l’attenzione al ruolo
dei GAS sul loro territorio, e alla possibilità di costruire filiere corte partecipate
in cui collegare i diversi attori attraverso catene locali di produzione,
distribuzione e consumo. Questa attenzione procede però di pari passo
all’esigenza di andare oltre al perimetro locale e di valutare come i GAS
possano essere promotori di un cambiamento su scala globale; questa domanda
ha portato alle riflessioni e alle esperienze sui grandi numeri e sui Distretti
di Economia Solidale.

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