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Vivere con cura. Verso Copenaghen. (Petr)olio di gomito e di ginocchio (Prima parte) di M. Correggia
Il nostro corpo, motore sostenibile
Qual è un ottimo, spesso inutilizzato strumento per ridurre l'uso di energia fossile e dunque i gas serra? La nostra energia fisica! Un fai da te di massa e l'equa redistribuzione della fatica: sarebbero due rivoluzioni benefiche per l'equità internazionale e la sopravvivenza del pianeta. Cambierebbe il mondo se ogni persona in buona salute si assumesse una quota di impegno muscolare per la produzione di beni e servizi essenziali. Da un lato sarebbe superata una grande ingiustizia che percorre le nazioni e il mondo: lo scaricare la fatica fisica sulle mani, le schiene e le gambe di una parte solo dell'umanità, dei moderni schiavi per padroni magari lontani e non consapevoli di esserlo. Dall'altro lato si sostituirebbe senza fatica con l'energia umana una frazione rilevante dell'energia fossile oggi impiegata nella produzione di servizi, con un notevole risparmio di energia fossile. Ecco perché parliamo di petrolio di gomito.
Anche a proiettarci in un futuro convertito alle energie pulite, la liberazione totale dallo sforzo muscolare nel lavoro remunerato e in quello domestico non sarebbe possibile: per la loro natura esse devono andare di pari passo con la riduzione della domanda globale di energia. E a proiettarci in un futuro di giustizia, possiamo accettare la perpetuazione della divisione fra sedentari che usano i muscoli solo per diporto o per la fitness e lavoratori manuali che usano i muscoli per tutto quanto, sul lavoro e a casa?
Alcuni beni, e molti servizi possono agevolmente essere autoprodotti da tutti, anziché solo dalle braccia di qualcun altro o da energivore macchine. Qual è la condizione indispensabile? Eccola!
Braccia e gambe da sottrarre alla pigrizia e alle palestre
Ormai lo gridano anche i muri e lo sanno anche i piccioni: per la buona salute è indispensabile un'igiene di vita che metta al bando la sedentarietà. Molti non muovono un passo nemmeno per andare a comprare le sigarette (due errori in uno). Il pollice da sms è l'unica cosa in esercizio (e l'abuso dà luogo ormai a piccole ma noiose patologie). Sicuramente i lettori di Greenreport non appartengono a questa categoria di nullafacenti. Allora, spronino gli altri!
Ma qual è l'alternativa che i media propongono ai sedentari? Andate in palestra, o in piscina, o correte per i parchi o andate a far sport. E però...
Le palestre da fitness e da dimagrimento o rimodellamento corporeo (lasciamo da parte quelle per la riabilitazione e per curare seri problemi fisici) potrebbero essere meglio definite così: un modo per produrre gas serra (legati all'energia usata per l'illuminazione e il condizionamento termico degli spazi e magari per le automobili e i motorini usati per arrivare in palestra ) bruciando energia umana per non produrre niente di niente, salvo muscoli che non saranno mai usati fuori dalla palestra se non per altri allenamenti improduttivi.
Sottrarre i muscoli alle palestre per tenersi in forma producendo beni o servizi significa sia tagliare i consumi energetici relativi al produrre questi beni e servizi con le macchine, sia tagliare i consumi energetici delle palestre stesse (potremmo calcolarli entrando in possesso di una loro bolletta standard...).
Il nostro corpo, motore sostenibile
Qual è un ottimo, spesso inutilizzato strumento per ridurre l'uso di energia fossile e dunque i gas serra? La nostra energia fisica! Un fai da te di massa e l'equa redistribuzione della fatica: sarebbero due rivoluzioni benefiche per l'equità internazionale e la sopravvivenza del pianeta. Cambierebbe il mondo se ogni persona in buona salute si assumesse una quota di impegno muscolare per la produzione di beni e servizi essenziali. Da un lato sarebbe superata una grande ingiustizia che percorre le nazioni e il mondo: lo scaricare la fatica fisica sulle mani, le schiene e le gambe di una parte solo dell'umanità, dei moderni schiavi per padroni magari lontani e non consapevoli di esserlo. Dall'altro lato si sostituirebbe senza fatica con l'energia umana una frazione rilevante dell'energia fossile oggi impiegata nella produzione di servizi, con un notevole risparmio di energia fossile. Ecco perché parliamo di petrolio di gomito.
Anche a proiettarci in un futuro convertito alle energie pulite, la liberazione totale dallo sforzo muscolare nel lavoro remunerato e in quello domestico non sarebbe possibile: per la loro natura esse devono andare di pari passo con la riduzione della domanda globale di energia. E a proiettarci in un futuro di giustizia, possiamo accettare la perpetuazione della divisione fra sedentari che usano i muscoli solo per diporto o per la fitness e lavoratori manuali che usano i muscoli per tutto quanto, sul lavoro e a casa?
Alcuni beni, e molti servizi possono agevolmente essere autoprodotti da tutti, anziché solo dalle braccia di qualcun altro o da energivore macchine. Qual è la condizione indispensabile? Eccola!
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Ormai lo gridano anche i muri e lo sanno anche i piccioni: per la buona salute è indispensabile un'igiene di vita che metta al bando la sedentarietà. Molti non muovono un passo nemmeno per andare a comprare le sigarette (due errori in uno). Il pollice da sms è l'unica cosa in esercizio (e l'abuso dà luogo ormai a piccole ma noiose patologie). Sicuramente i lettori di Greenreport non appartengono a questa categoria di nullafacenti. Allora, spronino gli altri!
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