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moltitudine inarrestabile
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moltitudine inarrestabile
.....
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Paul Hawken, "Moltitudine inarrestabile", Edizioni Ambiente 2009.
Euro 22, prefazione di Gianfranco Bologna.
Paul Hawken è un ecologista statunitense, già noto per alcuni saggi tra
cui "Capitalismo naturale". In "Moltitudine inarrestabile", anche se il
titolo originale andrebbe tradotto come "Benedetta irrequietezza", si
lancia nell'impresa di descrivere il movimento senza nome formato da
milioni di organizzazioni che in tutto il mondo si battono per la
giustizia sociale, la difesa dell'ambiente e la resistenza delle culture
indigene alla globalizzazione, giustificando allo stesso tempo il suo
ottimismo nonostante i gravi problemi che circondano l'umanità. A mio
modo di vedere il tentativo è riuscito: ho letto il libro con interesse
e l'ho trovato convincente. Credo che questo successo sia in parte
dovuto al lavoro che l'istituto di Hawken, il "Natural Capital
Institute", sta svolgendo nella creazione di un database condiviso
(www.wiserhearth.org), descritto nella appendice del libro, che conta
attualmente centomila schede di organizzazioni.
Partendo dalla conoscenza diretta di molte tra queste organizzazioni,
Hawken risce a cogliere bene alcuni aspetti che spesso sfuggono, in
primo luogo l'inadeguatezza dello stesso termine "movimento". Hawken ci
parla di un movimento sociale al di fuori degli schemi tradizionali,
frammentato ma interconnesso, senza leader né organizzazioni centrali.
Il più grande movimento sociale di tutta la storia dell'umanità non si
riconosce come tale, non segue un'ideologia ma la forza delle idee,
affronta direttamente e in modo pragmatico le esigenze dei cittadini ed
i problemi globali, contiene al suo interno una grande diversità che
costituisce la sua forza ma anche la sua debolezza.
Secondo Hawken si tratta di una risposta collettiva che la Terra sta
generando per affrontare le mille crisi locali e globali; è il sistema
immunitario dell'umanità che reagisce a tossine quali la corruzione
politica, il disordine economico ed il degrado ecologico. La rete
immunitaria resiste, corregge, ricostruisce, apprende, si rigenera e si
autoregola nelle forme di una moltitudine di organizzazioni che svolgono
in modo ricco di inventiva il ruolo di anticorpi sociali che si
attaccano alle patologie del potere, cercando di reinventare il mondo
dal basso verso l'alto sulla base dei principi della giustizia e
dell'ecologia; forse l'ultima occasione per evitare il collasso.
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Paul Hawken, "Moltitudine inarrestabile", Edizioni Ambiente 2009.
Euro 22, prefazione di Gianfranco Bologna.
Paul Hawken è un ecologista statunitense, già noto per alcuni saggi tra
cui "Capitalismo naturale". In "Moltitudine inarrestabile", anche se il
titolo originale andrebbe tradotto come "Benedetta irrequietezza", si
lancia nell'impresa di descrivere il movimento senza nome formato da
milioni di organizzazioni che in tutto il mondo si battono per la
giustizia sociale, la difesa dell'ambiente e la resistenza delle culture
indigene alla globalizzazione, giustificando allo stesso tempo il suo
ottimismo nonostante i gravi problemi che circondano l'umanità. A mio
modo di vedere il tentativo è riuscito: ho letto il libro con interesse
e l'ho trovato convincente. Credo che questo successo sia in parte
dovuto al lavoro che l'istituto di Hawken, il "Natural Capital
Institute", sta svolgendo nella creazione di un database condiviso
(www.wiserhearth.org), descritto nella appendice del libro, che conta
attualmente centomila schede di organizzazioni.
Partendo dalla conoscenza diretta di molte tra queste organizzazioni,
Hawken risce a cogliere bene alcuni aspetti che spesso sfuggono, in
primo luogo l'inadeguatezza dello stesso termine "movimento". Hawken ci
parla di un movimento sociale al di fuori degli schemi tradizionali,
frammentato ma interconnesso, senza leader né organizzazioni centrali.
Il più grande movimento sociale di tutta la storia dell'umanità non si
riconosce come tale, non segue un'ideologia ma la forza delle idee,
affronta direttamente e in modo pragmatico le esigenze dei cittadini ed
i problemi globali, contiene al suo interno una grande diversità che
costituisce la sua forza ma anche la sua debolezza.
Secondo Hawken si tratta di una risposta collettiva che la Terra sta
generando per affrontare le mille crisi locali e globali; è il sistema
immunitario dell'umanità che reagisce a tossine quali la corruzione
politica, il disordine economico ed il degrado ecologico. La rete
immunitaria resiste, corregge, ricostruisce, apprende, si rigenera e si
autoregola nelle forme di una moltitudine di organizzazioni che svolgono
in modo ricco di inventiva il ruolo di anticorpi sociali che si
attaccano alle patologie del potere, cercando di reinventare il mondo
dal basso verso l'alto sulla base dei principi della giustizia e
dell'ecologia; forse l'ultima occasione per evitare il collasso.
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