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La certificazione partecipata o di gruppo per gli agricoltori bio

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La certificazione partecipata o di gruppo per gli agricoltori bio Empty La certificazione partecipata o di gruppo per gli agricoltori bio

Messaggio  Admin Dom Gen 17, 2010 5:14 pm

Un gruppo di lavoro, contadini e tecnici, di Asci
Toscana e Fierucola hanno negli ultimi mesi approfondito questo tema per come è
stato portato avanti in molti paesi esteri, in alternativa alla Certificazione
Biologica ufficiale.

Presentiamo una proposta operativa che
vorremmo discutere e approfondire.

Vi aspettiamo.




A.S.C.I. Toscana (associazione di
solidarietà per la campagna italiana) in collaborazione con l’associazione
La Fierucola o in data
30-01-2010 ore 15.30 a Mani Tese via
La Pieve
43/b Scandicci presentano il progetto:





CAMMINARE
INSIEME. La certificazione partecipata o di gruppo per gli agricoltori bio: un
altro passo nella costruzione di una solidarietà attiva fra produttori e
consumatori.








L’ASCI fa proprio il concetto
sviluppatosi in questi ultimi anni
nei movimenti internazionali dei piccoli contadini, quali Via Campesina, della
SOVRANITA’ ALIMENTARE. Questo
concetto considera superato un modello sindacale corporativo che privilegi gli
interessi di una categoria, autonomamente da quelli dell’intera società . Il
diritto per i consumatori di poter accedere ad un cibo salutare e di qualità e
ad un prezzo equo va di pari passo con il diritto del produttore a poter
effettuare scelte produttive indirizzate ai per i mercati locali e sufficientemente
remunerative . In questi ultimi anni così come i produttori si organizzano in
maniera sempre più efficace nelle varie modalità di vendita diretta, i
consumatori si organizzano altrettanto efficacemente in GAS, aprono dibattiti su
scelte di consumo consapevoli oltre che solidali e talora si organizzano anche
in forme di autoproduzione. Facilitare e creare momenti d’incontro e confronto
fra questi soggetti diventa sempre più importante.



Inoltre da parte dei piccoli produttori che vendono
direttamente i loro prodotti nei mercati o ai consumatori, si sente l’esigenza
di un sistema di certificazione per le produzioni bio che cerchi di eliminare i
problemi che si hanno con la certificazione di parte terza (costi alti, ente
certificatore che si pone come controparte, eccesso di burocrazia). La sola autocertificazione talvolta
utilizzata dai piccoli produttori non ci sembra sufficiente: isola troppo il produttore nella sua
azienda e non sempre è chiaramente recepita dal consumatore.

In alcuni stati extraeuropei, e
da poco anche in Europa, sono attive forme di certificazione di gruppo
riconosciute e supportate da IFOAM
(PGS – Partecipatory Guarantee System) che applicate nelle nostre realtà
contadine potrebbero ben rispondere alle esigenze dei piccoli produttori
eliminando parte delle problematiche dell’attuale sistema di
certificazione biologica e favorendo una collaborazione con i consumatori.





In estrema sintesi
la
Certificazione di Gruppo dovrebbe prevedere:

- diretto e partecipato
coinvolgimento del produttore, del consumatore (GAS o altro) e anche di tecnici
esterni

- adesione al programma di
Certificazione e conoscenza delle regole previste dal programma

- una visita aziendale fatta da altri contadini della zona di
pertinenza in collaborazione con i consumatori
interessati facenti o meno parte di gas, che possono così capire meglio le
problematiche relative alle varie produzioni agricole e stabilire relazioni
dirette con i produttori.

Inoltre la visita da parte di altri
contadini permette di svolgere anche un lavoro di aggiornamento tecnico, di
scambio di esperienze, e di messa in comune di saperi.



Ancora:

-La volontarietà del lavoro svolto
almeno a livello di verifica aziendale permette di rendere i costi della
certificazione molto più bassi.

- La partecipazione dei consumatori atutte le fasi della certificazione e
un numero critico di adesioni da parte dei produttori di una data regione o
bioregione, possono permettere l’adozione di un marchio che faciliti
l’identificazione di un produttore come partecipante a un sistema di controllo
facilmente oggettivabile, e quindi ottenere la fiducia anche di chi non è
direttamente coinvolto nel sistema di certificazione.



Date queste premesse si decide di
avviare un progetto così
costituito.



Proponiamo una fase iniziale di
sperimentazione e conoscenza all’ Associazione LA FIERUCOLA e alle aziende agricole
che partecipano ai mercati da essa organizzati che già attualmente presentano una
autocertificazione.

-
Un primo passo sarà il controllo effettuato in maniera partecipata
di tutte le aziende agricole che attualmente fanno l’autodichiarazione per
partecipare al mercato della fierucola.
In altre parole un numero congruo di aziende della stessa zona del
produttore in questione visiterà l’azienda riempiendo un formulario precostituito
sulla base di una griglia preformata. Sarà presente in maniera attiva uno o più
rappresentanti dei consumatori. Sarà possibile abbinare la visita, previo
accordo, ad un momento di scambio
lavorativo. In allegato alcune griglie per le visite aziendali:
la prima in uso ad un PGS riconosciuto da IFOAM (Organic
Food New Zealand), la seconda di Wholesome
Food Association, un gruppo
di piccoli coltivatori inglesi e per raffronto una griglia in uso in un gas (gas
montagnana).

-
I formulari riempiti saranno poi raccolti da un coordinatore che
dovrà riunirli con le autodichiarazioni presentate da ciascuna azienda (che come già
richiesto devono contenere il piano di produzione aziendale) e sottoposti ad una
commissione di controllo che potrà richiedere ulteriori chiarimenti in caso di
dubbi, o pronunciarsi in merito all’accettazione e al periodo di conversione da
assegnare ai nuovi ingressi nel bio.



Sulla base delle conoscenze
acquisite nella fase precedente (della durata di almeno un anno) e delle
relazioni e dei riscontri che nel frattempo si sono ottenuti sarà più facile
capire le reali possibilità, dimensioni, impegni, costi, per un sistema di certificazione
partecipata e quindi avviare eventualmente la fase successiva di
consolidamento.



Per approfondire i temi suddetti
invitiamo i produttori direttamente o meno
coinvolti, le associazioni del bio e i rappresentanti dei gas interessati
a partecipare numerosi.

Per info: Nannini Saverio
(0558493007, s.nannini_mr@libero.it)



Marzio Carletti (0575529275, lerocche.marzio@tin.it )

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