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rimozione di Alessandro Santoro

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Messaggio  Admin Mer Ott 28, 2009 11:13 pm

Comunicato stampa
Comunità delle Piagge

Ad un anno dalla nomina Betori non è mai venuto alle Piagge.
Il vescovo non conosce la Comunità ma la colpisce.
Scandalizzati dalla rimozione di Alessandro Santoro.
Nessun inganno per Sandra e Fortunato
Il sacerdote rimosso anche dalle cariche "civili".
Si vogliono forse azzerare le attività a favore degli ultimi?

Firenze, 28 ottobre - «Scandalo e indignazione» per l’allontanamento di Alessandro Santoro, prete alle Piagge, deciso lunedì scorso dal vescovo Giuseppe Betori. E’ il sentimento espresso dalla Comunità di base delle Piagge riunita in assemblea ieri sera al centro sociale Il Pozzo nella periferia ovest di Firenze. L’incontro era stato organizzato per conoscere la decisione presa nei confronti di Santoro, anticipata invece dalla curia alla stampa prima ancora che lo stesso sacerdote potesse comunicarla alla sua gente.

L’assemblea ha prodotto un documento in cui si afferma: «In quanto parte della comunità cristiana non ci sentiamo né “sconcertati” né “confusi”, come dichiarato da Betori in merito alla celebrazione del sacramento del matrimonio di Sandra e Fortunato. Eravamo invece partecipi della scelta presa. Siamo, al contrario, estremamente “sconcertati”, “confusi”, oltreché scandalizzati, che la decisione di allontanare Alessandro dalle Piagge sia arrivata senza che il vescovo, ad un anno dalla nomina a Firenze, abbia sentito la necessità di incontrare e conoscere da vicino la nostra realtà.»

«Il vescovo ha inoltre affermato che il matrimonio tra Sandra è Fortunato “genera inganno” nei loro riguardi. Vorremmo chiarire invece - dice il documento - che i due sposi erano pienamente consapevoli che il matrimonio sarebbe stato purtroppo invalidato dalla Chiesa. E anche noi lo eravamo. Nonostante questa consapevolezza è stato comunque deciso di celebrarlo.»

«Vogliamo dire altrettanto chiaramente a tutte e a tutti, anche al vescovo, che il nostro lavoro sul territorio, condiviso e costruito quotidianamente con gli abitanti del quartiere, e non solo, va avanti» – continua la nota. «E’ per noi inconcepibile fermare anche solo per un’ora quel laboratorio di innovazione sociale, quel mosaico di attività che ogni giorno si ricrea lungo la via Pistoiese: dal doposcuola per i bambini alla scuola di alfabetizzazione per adulti e stranieri; dal recupero e riciclaggio dei rifiuti all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate; dal commercio equo e solidale al fondo di microcredito; dal giornale l’Altracittà alla casa editrice Edizioni Piagge. Quel luogo di aggregazione e di sostegno rappresentato dal centro sociale Il Pozzo è la spina dorsale della Comunità e non sarà piegato da nessuna volontà esterna».

«Ci chiediamo quindi - continua il documento - perché queste attività debbano essere colpite, invocando il diritto canonico, sollevando Alessandro anche dagli incarichi sociali rivestiti all’interno dell’associazione Il Muretto e delle cooperative Il Cerro e Il Pozzo».

«Vorremmo che da oggi, ancor più che nel passato - conclude la Comunità delle Piagge - tutto il nostro impegno possa diventare sempre più patrimonio condiviso e partecipato di chi vive la città di Firenze, di coloro che credono in una Chiesa capace di sporcarsi le mani con gli ultimi, di tutti quelli che difendono la dignità umana.»

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rimozione di Alessandro Santoro Empty se di preti dobbiamo parlare ...

Messaggio  stemin Sab Ott 31, 2009 12:42 am

La chiesa romana e papale è probabilmente la struttura (politica, societaria, religiosa) più verticista, gerarchica, conservatrice e ipocrita prodotta dal mondo occidentale negli ultimi 2000 anni.
Se uno ha sufficiente informazione e conoscenza dei fatti storici, diventa presto pienamente consapevole di ciò. Sull'ignoranza e sulla scarsa attitudine critica degli adepti e dei fedeli d'altra parte le organizzazioni di culto (chiesa romana inclusa) hanno costruito le fondamenta per impartire la loro influenza e il loro potere 'urbi et orbi'.

Chi abbia afflati spirituali ed etici riferibili alla figura storica di Gesù Cristo, al suo insegnamento, quindi al Vangelo, avrà sempre enormi difficoltà a conciliarli con l'appartenenza alla chiesa del Papa.
Il travaglio imposto alle coscienze dallo scarto fra il predicato e il razzolato ha prodotto lungo i secoli fiumi di abiure, eresie, chiese nuove e chiese riformate.

Alessandro Santoro sembra nel suo piccolo (e nel suo grande) l'ennesima edizione dell'inconciliabilità fra la posizione dell'individuo che vorrebbe affermare la convinzione propria e quella della comunità di appartenenza.
Ed Alessandro appunto della chiesa cattolica ne fa parte, è stata la sua scelta, la sua missione come dicono loro.
Io l'ho conosciuto soprattutto attraverso questa associazione, ne ho vista l'opera svolta in questi anni (almeno una parte), come non volergli bene? condivido gran parte di quello che fa, ammiro la sua capacità e il suo coraggio. Grazie ai preti come lui il mondo laico e i non credenti possono trovarsi insieme alla comunità religiosa nel perseguire scopi ed obiettivi comuni.

Dal mio punto di vista Alessandro non sta probabilmente nel posto giusto. Lo sfarzo, l'autoritarismo e l'ipocrisia della Chiesa cui appartiene non rendono facile, con quella e all'interno di quella, esercitare le prassi che noi con lui condividiamo, il lavoro sul territorio, il riciclaggio dei rifiuti, il commercio equo e solidale, il microcredito, il doposcuola per i bambini, l'alfabetizzazione degli adulti svantaggiati, ecc.
Grazie ai preti come Alessandro però la Chiesa mantiene viva una sua vocazione evangelica autentica, quella con cui possono ancora rapportarsi e collaborare i settori della società più democratici, più attenti alle istanze degli ultimi.

Quello che posso immaginare io è che il prete Alessandro stia lasciando il posto all'uomo Alessandro. Un processo che uno potrebbe anche chiedersi come mai non sia avvenuto prima ma che io, non conoscendo la sua storia più di tanto, non mi permetto di giudicare e anzi rispetto.
Non riesco poi a capire se queste ultime decisioni siano la cosa migliore che potesse accadere per la comunità delle Piagge e per il contesto più vasto. Il contributo che Alessandro in questi anni ha potuto dare per la sua comunità è dovuto sicuramente al suo spirito e alle sue capacità ma probabilmente anche al suo essere prete e godere delle risorse e degli appoggi (tolleranze?) della Chiesa.
Con tutti i commenti e le tare al riguardo che si potrebbe portare nella discussione, credo sia innegabile il fatto che gli abitanti di quel quartiere abbiano potuto perseguire le proprie conquiste grazie anche alla disponibilità della Chiesa oltre che all'impegno del suo prete.
Mi auguro che su quel quartiere e su quella comunità non cadano nefasti gli esiti di un contrasto fra il prete che più che mai sembra voler fare/essere nudo e puro e la dottrina della sua chiesa, che suppongo d'altra parte conoscesse bene al momento in cui la 'sposò' e ne divenne servitore.
Divorziare dalla propria dottrina per sposare due fedeli secondo quella stessa dottrina.
La risposta dalla gerarchia credo non potesse arrivare in altri termini, automatica, senza margini di discrezione (per quanto a noi 'esterni' dia rabbia e dolore).
Non disponendo io di (quella) fede, non posso arrendermi alla spiegazione di questi accadimenti, alla scelta fatta da Alessandro, richiamando ai 'misteri della fede'. E allora posso solo pensare che il prete abbia deciso di portare avanti le sue battaglie con ulteriore umiltà spogliandosi pian piano della tonaca, l'ultimo privilegio rispetto a noi comuni. Se così fosse, un benvenuto ad Alessandro, la Chiesa perderebbe un ottimo prete, la società civile si arricchirebbe di un ottimo uomo.
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Messaggio  Admin Sab Ott 31, 2009 11:10 pm

VISTO DA UN LAICO: SI SMETTA DI PERSEGUITARE

CHI FA LA SCELTA DEGLI ULTIMI

(Francesco Gesualdi*) (fonte La Nazione 31/10/2009)

Eccellenza, mi scuso per questa lettera aperta, ma la vicenda è pubblica e me-
rita uno scambio allargato. Non mi intendo di diritto canonico e non so valutare
se e quanto gravemente don Alessandro Santoro abbia violato il codice eccle-
siastico, benedicendo le nozze di Sandra Alvino e Fortunato Talotta. Si direbbe
una violazione grave, a giudicare dalla sua decisione di sospenderlo da qualsia-
si incarico, ma due interrogativi mi tormentano.

Primo: perché la Chiesa si ostina a far passare sempre cinquecento anni prima
di riconoscere le evidenze scientifiche più elementari e perseguita i suoi mem-
bri più validi solo perché osano schierarsi a favore di scelte che la storia inevi-
tabilmente indica come le più corrette?

Non mi appellerò alla condanna di Galilei o del Savonarola, per sottolineare
l’oscurantismo della Chiesa spesso la ponga su posizioni così insostenibili da
meritare la condanna della storia e perdere la stima di un vasto numero di fe-
deli. Mi appellerò all’esperienza quotidiana. Tutti ci sottoponiamo a cure ed in-
terventi chirurgici, anche complessi e rischiosi, per correggere malformazioni
congenite o acquisite, in ogni tipo di organi, e la Chiesa non ha niente da ridi-
re. Anzi se non intervenisse avrebbe parole di condanna. Sinceramente non
capisco perché non debba accettare che le malformazioni sono possibili anche
nella sfera genitale. Questo sembra essere il caso di Sandra.

Il secondo interrogativo è più angosciante del primo e riguarda la gerarchia di
valori della Chiesa.

Don Alessandro è alle Piagge dal 1994. Vi si è dedicato con tutto se stesso per
ridare dignità a persone e famiglie che la società preferisce rinchiudere nei
ghetti. In quindici anni ha creato scuole, luoghi di incontro e di aggregazione,
esperienze di economia solidale, tale da attirare l’ammirazione di tutta Italia.

Ma soprattutto, tale da ridare speranza a centinaia di famiglie che in don Ales-
sandro hanno trovato amicizia, conforto, solidarietà. Ora, con la sua decisione
di allontanare don Alessandro dalle Piagge, per loro tornerà la solitudine,
l’insicurezza, l’abbandono. Davvero un articolo del codice canonico vale più
dell’avvenire di centinaia di famiglie?

Sono stato allievo di don Lorenzo Milani. Anche lui subì le ritorsioni di una ge-
rarchia ecclesiastica che non tollerava chi anteponeva la fedeltà al Vangelo alla
difesa degli interessi di potere della Chiesa. Oggi la Chiesa lo carica di onorifi-
cenze, ma il modo migliore per dimostrare che si è capito la lezione di don Mi-
lani non è osannandolo, ma smettendo di perseguitare chi fa la scelta degli ul-
timi.

*Allievo di don Milani




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